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Vaccinazione antinfluenzale: verso il 75% di copertura per anziani e fragili

La vaccinazione antinfluenzale è una delle più grandi armi di difesa per la Salute Pubblica. Per questo il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione antinfluenzale con l’obiettivo di raggiungere per anziani e fragili almeno il 75% di copertura vaccinale.

L’influenza costituisce un problema di sanità pubblica per le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, in particolare per gli anziani e le persone con patologie croniche (come le malattie dell’apparato respiratorio e dell’apparato cardiovascolare, il diabete, l’insufficienza renale e i tumori) di qualunque età. Per questo motivo il Ministero della Salute raccomanda e offre gratuitamente a questi gruppi di persone la vaccinazione antinfluenzale, indicando come auspicabile un obiettivo minimo di copertura vaccinale di almeno il 75% delle persone appartenenti a queste categorie e come obiettivo ottimale il 95%.

Il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale fra le persone adulte di 18-64 anni non è frequente ed è andato riducendosi negli anni fino a scendere al 6,6% nella campagna vaccinale del 2015-2016; successivamente però l’adesione è andata aumentando raggiungendo il valore massimo del 15% nel 2020-2021, in piena pandemia di COVID-19, per poi diminuire nuovamente con la campagna successiva del 2021-2022 e attestarsi al 13%.

Anche fra le persone affette da patologie croniche, il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale (sebbene offerta e raccomandata) resta molto lontano dall’atteso e, nella campagna vaccinale 2021-2022, solo il 27% di coloro che riferiscono una diagnosi di patologia cronica, si sono vaccinati contro l’influenza. Fra le persone con patologie croniche la copertura vaccinale è maggiore fra i diabetici (37%).

Fra le persone con patologie croniche il ricorso alla vaccinazione è andato riducendosi negli anni fino al minimo raggiunto durante la campagna vaccinale 2015-2016 (18%) per poi risalire nelle stagioni successive fino al valore massimo del 31% nella campagna 2020-2021 raggiunto durante il primo anno di pandemia di COVID-19; tuttavia già nella stagione successiva, 2021-2022, il dato di copertura si riduce al 27%.

Questi dati suggeriscono che la pandemia di COVID-19 ha senza dubbio incentivato l’adesione alla campagna vaccinale contro l’influenza stagionale e ha fatto registrare, nella popolazione generale e in particolare fra le persone con cronicità, un picco significativo di adesione, il più alto registrato negli ultimi 15 anni. Tuttavia, la copertura scende nella stagione successiva, tornando a valori poco superiori ma non significativamente diversi da quelli osservati prima della pandemia.

Sarà necessario valutare se la spinta indotta dalla pandemia a un maggiore ricorso alla vaccinazione contro l’influenza stagionale si traduca nel tempo in una maggiore e consolidata attenzione alla prevenzione delle infezioni virali, soprattutto fra le persone più fragili per cronicità.

In generale, non si può non evidenziare che l’obiettivo minimo di copertura indicato dal ministero della Salute resta ancora molto distante.

 

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