Si è tenuto a Taranto la scorsa settimana un convegno dedicato alle novità sull’ictus ischemico: dalla prevenzione alle criticità nella gestione del paziente, dal trattamento della fase acuta alla riabilitazione.
L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità: sono circa 185mila le persone colpite da ictus ogni anno. Agire tempestivamente è fondamentale per salvare la vita alla persona colpita e ridurre i danni subiti: se da un lato è fondamentale riconoscere subito i sintomi e chiamare i soccorsi, dall’altro è indispensabile che il personale sanitario sia in grado di attuare le strategie terapeutiche più avanzate per ridurre i danni subiti.
In occasione del convegno “Update sull’ictus ischemico”, diverse figure della Asl Taranto si sono ritrovate per discutere dei percorsi comuni per la gestione del paziente con ictus. Dalla fase pre-ospedaliera, quindi il ruolo del 118 e del Pronto Soccorso, fondamentali laddove il tempo di reazione influisce prepotentemente sulla buona riuscita delle cure, alla gestione dell’ictus ischemico in fase acuta, quindi con la diagnostica e i primi trattamenti di cura e di riabilitazione. Ampio spazio è stato dato anche alla prevenzione e alle forme più rare di ictus, in modo da fornire un aggiornamento completo, evidenziando punti di forza e di debolezza dei percorsi che portano il paziente dal luogo in cui sono insorti i primi sintomi fino all’ospedale e i nuovi scenari terapeutici e le strategie finalizzate alla prevenzione primaria e secondaria.