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Schillaci, è tempo di guardare al domani e “investire sul capitale umano del Ssn”

«Terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani e rilanciare la sanità perché la pandemia, accanto alla capacità di risposta, ha fatto emergere fragilità e carenze da risolvere. In primo luogo, appare prioritario investire sul capitale umano del servizio sanitario nazionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva».

A dirlo è stato il Ministro della Salute, Oronzo Schillaci, questa mattina in occasione dell’evento “Testimonianze e prospettive dopo la pandemia:
l’esperienza dell’Ospedale Niguarda di Milano” promosso per la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus” che si svolgerà il prossimo 18 marzo.

Il Ministro ha ricordato che l’Italia è stata la prima nazione in Occidente ad essere colpita e, sin dall’inizio, ha visto impegnati medici, infermieri e operatori socio-sanitari, che “con profondo spirito di sacrificio, umanità e abnegazione hanno affrontato in prima linea e senza riserve una sfida durissima, anche a costo della loro vita”.

«La pandemia nella sua drammaticità ha radicato in tutti noi la consapevolezza della centralità della salute e ha fatto emergere il grande valore delle professionalità impegnate nel Servizio Sanitario Nazionale». Un esempio virtuoso in tal senso è rappresentato proprio dall’ospedale Niguarda di Milano, una struttura di eccellenza riconosciuta a livello mondiale che durante la pandemia ha confermato di essere un punto di riferimento per i cittadini, sia per quanto riguarda la presa in carico dei pazienti con Covid-19 sia sul fronte della campagna di vaccinazione.

Il Ministro sottolinea che, terminata l’emergenza, è il momento di guardare al domani e rilanciare la sanità perché la pandemia ha fatto emergere una moltitudine di criticità e carenze da risolvere. Infatti, appare prioritario “investire sul capitale umano del servizio sanitario nazionale” , rendendo la sanità pubblica più attrattiva, in particolare negli ambiti che oggi registrano scarse adesioni per le condizioni di disagio e di rischio. Inoltre, l’esperienza pandemica impone anche di rivedere i modelli organizzativi al fine di costruire una sanità sempre più efficiente, innovativa, sostenibile, prossima alle persone e capace di rispondere tempestivamente e in maniera appropriata ai bisogni di ciascuno.

A tal fine, la priorità deve essere quella di puntare sulla promozione delle attività di prevenzione e sul potenziamento della medicina territoriale anche attraverso un rafforzamento del ruolo del medico di medicina generale e delle altre figure professionali sul territorio (come gli infermieri di famiglia e i farmacisti).

«Dobbiamo realizzare sempre più una integrazione efficace tra ospedale e territorio: l’attuazione della Missione 6 Salute del Pnrr incentrata sulle Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali e sul potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata va nella direzione di una sempre maggiore prossimità della presa in carico e assistenza alle persone». «Di recente» – prosegue Schillaci – «è stato pubblicato il decreto che ripartisce alle Regioni i fondi per l’assistenza domiciliare, che nel 2026 dovrà coprire almeno il 10% della popolazione degli over 65 e dovrà saper sfruttare nel migliore dei modi le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dalla telemedicina».

L’Italia, infatti, è stata la prima nazione in Europa a dotarsi di un Progetto Nazionale di Telemedicina ponendosi all’avanguardia nell’utilizzo dei fondi del Pnrr in ambito sanitario e aprendo una stagione nuova nella prospettiva di ammodernamento e razionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.

«Tutte le nostre decisioni e azioni sono infatti orientate a garantire la piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione superando criticità e diseguaglianze che la tragedia della pandemia ha evidenziato e acuito. Riaffermare il ruolo strategico della sanità territoriale integrata e complementare alle funzioni dell’ospedale significa, infatti, fare in modo che tutti abbiano le stesse possibilità di prevenzione, cura e assistenza. Su questo siamo impegnati con determinazione e in sinergia con tutti gli attori coinvolti, a livello nazionale e regionale».

«La storia ci insegna che spesso i cambiamenti più significativi vengono innescati proprio dalle crisi più profonde. L’esperienza del Covid-19 può e deve rappresentare un’occasione di rilancio e rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale», conclude il Ministro.

 

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