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Emergenza Payback: scadenza a rischio per le imprese

A meno di 24 ore dalla scadenza dei termini per il versamento del payback dovuto dalle imprese fornitrici di dispositivi medici al Servizio Sanitario Nazionale, il settore è sull’orlo di una crisi.

Si tratta del sistema di ripiano della spesa sanitaria regionale “extra” rispetto al tetto fissato, che esiste da anni per i farmaci e che è stato introdotto anche per i dispositivi medici.

Questi pagamenti pendenti ammontano a cifre significative, con la Puglia sola che deve versare circa 246 milioni di euro, su un totale di 2,2 miliardi di euro per l’intero Paese.

La situazione preoccupa il presidente di Confindustria-Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti, che teme possibili ripercussioni sull’approvvigionamento ospedaliero e sull’occupazione.

In risposta a questa emergenza, l’associazione delle aziende di dispositivi medici chiede una proroga dei pagamenti e la creazione di un tavolo di lavoro per risolvere definitivamente la questione del payback entro Dicembre.

“Siamo sempre stati disponibili al dialogo con le istituzioni e tutte le parti interessate – dichiara Giacomo Guasone, vice presidente FIFO Sanità Confcommercio – E confermiamo la nostra completa partecipazione per definire un sistema alternativo a quello del payback, che consenta alle aziende di proseguire nella loro attività economica regolarmente. Stiamo andando incontro ad una crisi certa del Sistema Sanitario Nazionale. Proseguendo in questa direzione, molte aziende saranno costrette a chiudere interrompendo di fatto le forniture di dispositivi medici agli ospedali”.

“Troviamo assurdo – conclude Guasone che le Istituzioni continuino a definire rinvii su rinvii, senza che vi sia una nuova strategia d’azione concordata con le associazioni di categoria. Le nostre imprese sono allo sbando e non sanno cosa aspettarsi da un mese all’altro a causa di una legge folle con applicazione economica retroattiva. Chiediamo un ulteriore proroga finalizzata alla pianificazione di un confronto costante tra l’esecutivo e tutte le associazioni di categorie coinvolte”.

Il clima di incertezza persistente sta già avendo un impatto negativo sulle imprese e potrebbe portare a licenziamenti forzati e alla scarsità di prodotti di qualità negli ospedali.

In aggiunta, questo avrebbe un impatto diretto sull’offerta di cure sanitarie e sulla possibilità dei cittadini di accedere alle prestazioni sanitarie previste dal LEA (Livello Essenziale di Assistenza). Le conseguenze si farebbero sentire soprattutto sulle fasce sociali più deboli.

Per affrontare questa crisi, sono stati presentati emendamenti per prorogare la scadenza al 31 dicembre 2023, con il sostegno di varie sigle politiche, tra cui Lega, FdI, Pd, M5s, Iv e Autonomie.

Tuttavia, nonostante l’aumento della spesa sanitaria nella Manovra, la questione del payback applicato ai dispositivi medici rimane irrisolta.

L’attuale situazione è urgente e richiede una soluzione strutturale.

Il termine del 30 ottobre è ormai una vera e propria emergenza nazionale. Il settore non può più sopportare il rinvio delle scadenze senza una soluzione definitiva.

È indispensabile costituire un tavolo di discussione in cui tutte le parti coinvolte possano collaborare per riesaminare in modo strategico l’intero quadro normativo del payback.

La stabilità economica di centinaia di PMI italiane, migliaia di addetti del settore e l’intero Sistema Sanitario Nazionale sono in gioco.

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