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Deficit da 450 milioni di euro nelle Asl: Sanitaservice, stop a tutte le assunzioni

Una lunga riunione di giunta, presenziata da Michele Emiliano, più volte sospesa e poi rinviata, per varare il maxipiano di risparmio per Asl e ospedali pugliesi: i provvedimenti sono stati adottati ieri mattina alla vigilia dell’incontro dell’assessore Rocco Palese e del direttore della sanità Vito Montanaro con i dirigenti del Mef e del ministero della Salute. 

Lo scopo del provvedimento è di correggere il deficit delle Asl, quantificato per l’esercizio 2022 in 450 milioni. Una parte del disavanzo, poco più della metà, è coperto da maggiori entrate straordinarie (il «pay back» dei fornitori). L’altra parte (206 milioni) deve essere coperto con la richiesta al governo di poter utilizzare le «economie vincolate» che avanzeranno dal consuntivo del Bilancio autonomo regionale del 2022: fondi non sanitari che andranno a coprire il «buco» relativo alle Asl. Questo, tuttavia, risolve la questione solo in parte.

L’obiettivo della giunta è di correggere l’andamento della spesa sanitaria, in modo che non si riproduca il medesimo disavanzo anche nel 2023. La questione risente della imminente riunione del tavolo di verifica a Roma che vigila sui conti. E riguarda il notevole disavanzo che si è accumulato nelle Asl. Si tratta di una cifra vicina al mezzo miliardo di euro. Occorre prevedere coperture per 200 milioni, cifra per ora solo ipotizzata (il consolidato sul 2022 arriverà tra qualche settimana), ma che rischia di provocare un’ecatombe per i pugliesi. A meno che non arrivino dal Governo nuovi stanziamenti. Ma i rapporti con il Governo risultano molto tesi e si teme addirittura il commissariamento dei Giochi del Mediterraneo e pure la stretta delle tenaglie romane sulla sanità.

Nel provvedimento varato ieri si stabilisce:

  • costruzione di opere o acquisto di macchine ammesso solo con fondi Ue o Fsc, vietato l’uso del Fondo sanitario (da destinarsi unicamente all’assistenza);
  • incremento della produzione assistenziale e ospedaliera; riduzione della spesa farmaceutica e dei dispositivi medici;
  • una legge regionale per sospendere tutte le prestazioni che non siano previste nei Lea (per esempio le disposizioni innovative proposte dal consigliere Amati, anche in campo genetico);
  • abbattimento della mobilità passiva, ossia le cure fuori regione.
  • Si prevede anche la modifica dei contratti di lavoro per i direttori generali delle Asl affinché sia espressamente prevista la risoluzione del rapporto di lavoro in caso di inosservanza del Piano di risparmi che si va ad approvare.

Il provvedimento di Montanaro e Palese, portato al tavolo della giunta, è assai severo. Dopo lo stop a «tutte le assunzioni» nelle società Sanità service nei giorni scorsi, è previsto il blocco di ogni tipo di assunzione (anche a tempo determinato) in tutte le Asl; assunzioni possibili se rispettato il fabbisogno triennale ma solo su autorizzazione della giunta. Il perché è chiaramente indicato nella disposizione, è un tema noto: la Puglia, si legge nel documento, «è sottoposta a Piano di rientro dal disavanzo sanitario e deve, per tale motivo, attenersi alle indicazioni vincolanti del Piano».

Insomma, per la sanità saranno tempi molto duri. Almeno questo è quanto emerge.

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