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Vulvodinia, un disturbo troppo spesso sottovalutato: cause, sintomatologia e cure

La vulvodinia è un disturbo cronico invalidante della vulva che colpisce una percentuale piuttosto alta della popolazione femminile tra i 18 e i 64 anni (circa il 16%). Nonostante ciò, si tratta di una patologia poco conosciuta e non riconosciuta dal SSNI (Sistema Sanitario Nazionale Italiano). Per questa ragione, diffondiamo le indicazioni degli esperti di MyMedicalCenter , affinché le donne colpite da questo disturbo riescano a riconoscere la sintomatologia e arrivare a curare il dolore, agendo sulle cause. Ricordiamo che il dolore non è mai fisiologico, sebbene troppo spesso alle donne venga insegnato che soffrire sia normale. È bene, in questi casi, rivolgersi a uno specialista e chiedere aiuto.

Cos’è la Vulvodinia:

La vulvodinia, o Sindrome Vulvo-Vestibolare (SVV), è un disturbo cronico della vulva (non un’infezione, bensì una patologia) che si presenta generalmente con un dolore vulvare. Nonostante questa patologia non sia così rara (colpisce ben il 16% delle donne italiane tra i 18 e i 64 anni), è purtroppo poco conosciuta e non riconosciuta dal SSNI (Sistema Sanitario Nazionale Italiano). I sintomi della vulvodinia possono variare e non si riducono al solo dolore.

La vulvodinia può essere classificata in base ai sintomi, alle modalità in cui si manifesta e alla sua localizzazione. È possibile distinguere tra:

  • Vulvodinia provocata, se i sintomi sono avvertiti durante la penetrazione vaginale, lo sfregamento, oppure al solo contatto
  • Vulvodinia spontanea, quando il dolore è avvertito in modo costante, anche in assenza di fattori scatenanti

Cause:

All’origine del dolore vulvare cronico vi è spesso un’iperattività deimastociti, cellule del sistema immunitario che inducono uno stato infiammatorio prolungato.

Al disturbo possono concorrere anche:

  • Ipercontrattilità della muscolatura che circonda la zona vulvare e perianale;
  • Iperstimolazione delle terminazioni nervose deputate alla percezione del dolore;
  • Infezioni vaginali e vescicali croniche o recidivanti;
  • Lesioni del nervo pudendo dovute al parto o a traumi.

Questo disturbo può anche essere causato da abitudini quotidiane come l’andare in bicicletta, l’indossare indumenti troppo stretti o, a volte, anche stando semplicemente sedute.

Può associarsi a disturbi vescicali e/o uretrali. In generale la sua presenza può generare nelle donne che ne sono colpite irritabilità, depressione e frustrazione che vanno a incidere nei rapporti con gli altri e nella sfera sessuale.

Sintomi:

Il sintomo principale della vulvodinia è il dolore, che si presenta, nella maggioranza dei casi, all’atto sessuale, ma può anche manifestarsi spontaneamente, associato a determinati movimenti. La sintomatologia dolorosa, provocata e spontanea, può manifestarsi in entrambi i modi nella stessa paziente.

Il quadro sintomatologico della vulvodinia è molto complesso. I sintomi in genere si protraggono per più di 3 mesi e comprendono:

  • Eritema a carico della vulva o del vestibolo vulvare
  • Bruciore, arrossamento e irritazione,
  • Sensazione simile a punture di spillo
  • Intorpidimento e gonfiore
  • Secchezza, sensazione di abrasione, e disepitelizzazione (perdita del rivestimento della mucosa)
  • Tensione
  • Dispareunia: fastidio o dolore che può essere anche molto forte durante i rapporti sessuali
  • Difficoltà nella minzione

Diagnosi e cura:

La vulvodinia viene diagnosticata sulla base della sintomatologia emersa durante la raccolta dei dati anamnestici e della visita ginecologica.

Il trattamento della vulvodinia può prevedere diversi approcci che consentono di rendere le sensazioni dolorose meni frequenti ed invalidanti. La combinazione terapeutica più efficace viene sempre personalizzata dal medico in base ai fattori predisponenti, alla gravità ed alla durata dei sintomi. Con l’instaurazione di un protocollo terapeutico mirato e completo è possibile guarire nel giro di alcuni mesi.

La prima precauzione da prendere in presenza di vulvodinia è cercare di evitare i comportamenti in grado di scatenare il dolore, preferire l’utilizzo di abbigliamento intimo in cotone o, meglio, in fibroina di seta medicata, e optare per indumenti più ampi e per assorbenti in cotone. Da evitare sono i detergenti mentolati e profumati.

Fonte: My Medical Center

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