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Scoperti nelle acque di Gallipoli 85mila metri cubi di reflui non depurati: i rischi sulla salute

Nelle scorse ore la Capitaneria di Porto ha scoperto che 85mila metri cubi di reflui non depurati sono stati scaricati nelle acque di Gallipoli continuativamente per circa 15 anni. Tramite la Guardia Costiera, la Capitaneria di Porto ha indagato dieci persone e ne multate altre 50. Ad oggi non si possono prevedere con precisione le conseguenze sulla salute dei bagnanti e dei cittadini derivanti dal contatto diretto o indiretto con tali sostanze inquinanti.

Lo “scandalo ambientale” riguarda un intero isolato della città di Gallipoli, con un centinaio di case non allacciate alla rete fognaria, nel tratto antistante il seno del Canneto, proprio alle porte del centro storico.

Le persone indagate sono dieci, 50 quelle multate e per per alcune di esse la sanzione ammonta a 30mila euro. L’indagine ha preso avvio lo scorso agosto in seguito alla diffusione sui social di un video in cui si notava la presenza di liquami nel tratto di mare interessato. Il sindaco avrebbe intimato ai residenti di procedere all’allaccio degli scarichi alla reta fognaria senza risultato. Al momento, i titolari delle utenze non a norma hanno regolarizzato l’allaccio alla rete fognante cittadina tramite interventi strutturali con il coinvolgimento di Comune e acquedotto.

Le conseguenze sulla salute di quanto accaduto non sono al momento quantificabili. Gli studi di numerose università internazionali dell’OMS e dell’ISS mettono in luce i rischi legati al contatto con acque reflue non depurate, che rappresentano un veicolo di batteri e agenti patogeni, tutti potenzialmente dannosi sia per la salute delle persone, sia per quella degli animali e dell’ambiente.

Schematizzando, le tipologie di agenti patogeni riscontrate dagli esperti all’interno delle acque reflue sono principalmente 2:

  • Virus enterici: si tratta dei più tipici virus trasmessi e trasportati attraverso l’acqua. Vi rientrano quelli responsabili di conseguenze negative intestinali, tra cui il rotavirus, il norovirus, l’adenovirus enterico e l’astrovirus.
  • Virus non enterici: sono virus attualmente molto discussi, responsabili di malattie respiratorie, come il covid-19. Ad oggi non sono sopraggiunte evidenze di trasmissione idrica, tuttavia è evidente che gli stessi si propaghino tramite feci e urine dei soggetti contraenti, il che palesa come sia facile che gli stessi prendano parte al ciclo idrico delle acque reflue.

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