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Asl Lecce e nomine, per Cisal è fumo negli occhi. D’Ambra: “Denunceremo il tutto alle competenti autorità”

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”Poiché l’attuale direttore generale dell’Asl Lecce, come tutti gli altri suoi colleghi delle altre Asl pugliesi, non ha mai redatto l’Atto Aziendale, propedeutico a qualsiasi vera organizzazione sanitaria aziendale, sono nulle e prive di qualsiasi valore le nomine e qualsiasi altra decisione in merito scaturite dalla Delibera 290 del 15/6/2023 Approvazione Organizzazione Dipartimentale Asl Lecce”. Lo dichiara in una nota Giovanni D’Ambra, Segretario Generale Provinciale Federazione Cisal Sanità Lecce.

”La Legge regionale n. 4 del 25/2/2010 vigente, nei suoi articoli e commi (art.19 commi 9 e 10) parla chiaro. Ecco perché lo sfarzo nei concetti espressi con cui questo dg pontifica il suo lavoro, a destra e a manca, è assolutamente nullo. Altro che vision innovativa della direzione strategica che ha ritenuto di efficientare i percorsi diagnostico assistenziali secondo linee coerenti di omogeneità assistenziale e di intensità di cure… – continua – Ci verrebbe voglia di rispondere: in che senso? Lui non lo ha mai pienamente adempiuto, in tutte le nomine che gli sono state attribuite dalla Regione nel corso degli anni”.

”Aver voluto enfatizzare i vari «passaggi»: Collegio di Direzione, informativa Organizzazioni Sindacali con la ciliegina del coinvolgimento «per la prima volta» della Conferenza dei Sindaci, per noi è solo fumus oculi. E rimaniamo sconcertati dal fatto, gravissimo, che tutte le persone coinvolte in questi organismi hanno approvato una cosa contro legge – prosegue il Segretario Generale.

”Noi riteniamo – sottolinea D’Ambra – lo continuiamo a ripetere e lo riaffermiamo che in assenza del precostituito, obbligatorio e normativamente sancito atto aziendale, sono nulli e privi di qualsivoglia efficacia tutti gli atti programmatori ed organizzativi fino ad oggi adottati e da adottare da questa direzione generale Asl Lecce in ogni ambito dell’Azienda Sanitaria”.

”Possono pure intervenire il Presidente e l’Assessore al ramo. Possono dire tutto ed il contrario di tutto. Ma tutti devono rispettare la Legge. A questo punto riteniamo che la cosa migliore che lui possa fare è una sola: rimettere il mandato ricevuto nelle mani del suo datore di lavoro il Presidente della Regione Emiliano. Se non lo farà, saremo noi a richiederlo. Perché le leggi vanno rispettate e non interpretate. Oltretutto, è scritto chiaro alla fine: «È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Puglia». Noi denunceremo il tutto alle competenti autorità quanto fin qui evidenziato rientra anche nei compiti e nei doveri dell’attività sindacale – conclude D’Ambra.

 

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