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Quante volte ci siamo sentiti dire che il nostro  dolore auricolare era frutto di un’otite? Ma poi l’otite è sempre uguale? La sua manifestazione è sempre la stessa? E la terapia? Basta sentirsi dire che vi è un’otite, o cambia qualcosa?

Dobbiamo considerare che le otiti sono differenti a seconda del distretto interessato.  Così come differiscono anche le complicanze che ogni tipologia di otite può portare. Quello delle otiti sembra un argomento comune, e soprattutto semplice, ma bisogna fare attenzione a non semplificarlo troppo. Le otiti innanzitutto,  dobbiamo distinguerle in base alla sede dell’orecchio che viene colpita. Per tale motivo dobbiamo distinguere le OTITI MEDIE, quando ad essere interessate sono la membrana e la cassa timpaniche, dalle OTITI ESTERNE, nel qual caso, almeno inizialmente è interessato il condotto uditivo esterno e/o il padiglione auricolare, ovvero la flogosi e l’infezione della componente dermatologica dell’orecchio, appunto la componente esterna.

Le OTITI MEDIE, che possiamo distinguere in sierose, mucose, catarrali, purulente, sono generalmente frutto di deficit respiratori, spesso ostruttivi, e/o flogosi  della   mucosa rinofaringea. Tra i deficit ostruttivi e le flogosi rinofaringee si possono annoverare situazioni cliniche come deviazione ostruttiva o subostruttiva del setto nasale, ipertrofia dei turbinati, rinosinusiti croniche, come per esempio può succedere nei pazienti allergici, ma anche nelle flogosi vasomotorie in genere della mucosa nasale o, come in eta pediatrica, frequente causa è la presenza di una rilevante iperplasia delle vegetazioni adenoidee od un loro stato flogistico. In pratica le otiti medie sono generalmente e per gran parte causate da tutte quelle condizioni che determinano una ipoventilazione, od una flogosi diretta delle tube di eustachio, che sono quei microscopici “canalini” che attraverso naso e rinofaringe, fanno ventilare, ovvero “respirare” l’orecchio, ed in particolare quell’orecchio medi composto da cassa e membrana timpanica.

Secondo alcuni studi, uno in particolare effettuato nel 2005, circa l’80% dei bambini sotto i 3 anni di età ha avuto almeno un episodio di otite media che va comunque considerata la patologia flogistica più frequente in età pediatrica. In genere si caratterizza per l’insorgenza di otalgia acuta in un arco di tempo compreso entro le 72 ore dalla presenza di flogosi. L’otoscopia è fondamentale per la diagnosi, ma in questa tipologia di otite è fondamentale una buona visualizzazione della mucosa nasale, meglio se in videorinoscopia ottica flessibile, per valutare la condizione di questo organo, alla base del disturbo auricolare. Se non si fa questa ultima valutazione, si corre il rischio di non esplicare una correttezza diagnostica fondamentale per prevenire recidive e complicanze, non solo auricolari, di una flogosi od ostruzione respiratoria nasale.

Nel periodo invernale è frequente la MIRINGITE BOLLOSO EMORRAGICA, classica condizione che può creare molta preoccupazione, in quanto vi è fuoriuscita di sangue (otorragia) dall’orecchio. Essa è causata dalla rottura di bolle emorragiche che si sono formate sulla membrana timpanica a seguito di infezione da virus influenzale. Nel caso delle otiti medie non sono secondarie o rare le complicanze, tra cui spiccano perforazione timpanica, otite cronica fino al colesteatoma, per cui è una condizione clinica a volte banalizzata ma cui dare del “lei” senza troppo sottovalutarla.

L’OTITE ESTERNA, pur interessando sempre l’orecchio, come già detto, è un evento infettivo del condotto uditivo esterno e/o del padiglione auricolare nella sua componete dermatologica. Molto spesso ad eziologia batterica, e ne sono spesso responsabili streptococchi, stafilococchi, pseudomonas aeruginosa, tutti agenti infettanti che al momento stanno mostrando un importante problema, quello della resistenza antibiotica. Ovvero reagiscono meno o poco alle tradizionali terapie antibiotiche, rendendo la guarigione più lenta. Rare ma non rarissime le forme infettive pluriresistenti che stiamo quotidianamente trovando durante la nostra pratica clinica.

Condizioni predisponenti alle otiti esterne sono soprattutto dermatosi, eczemi, psoriasi, allergie. Non rare le OTITE ESTERNE MICOTICHE. Quante volte il paziente giunge alla nostra osservazione con una sintomatologia che è conseguita ad una storia di prurito auricolare. E magari il paziente riferisce di aver sentito il sintomo dopo un bagno in piscina. Ecco che una buona otoscopia, effettuata in ambito specialistico soprattutto, consente  di comprendere se la componente infettiva è micotica o batterica. Certamente gravata da minori complicanze rispetto alla media, esclusa l’otite esterna maligna, evento raro ma quando presente certamente severo, necessita però di una esperta visone della causa, e magari di un prelievo tramite tampone auricolare in caso di dubbio diagnostico, o meglio ancora in seguito alla apparente guarigione, cosi per scongiurare una eventuale recidiva nei giorni successivi. E mai come nella bella stagione l’otite esterna è frequente, per i frequent bagni al mare o in piscina.

E comunque non lasciamoci rovinare l’estate da paure o cattivi pensieri … L’importante è sempre la diagnosi tempestiva di un disturbo.