Un disordine temporo-mandibolare può presentare caratteristiche diverse in base agli organi o agli apparati che vengono coinvolti.
Tutti gli organi che compongono l’apparato stomatognatico e che concorrono alla funzione masticatoria possono portare a problematiche gnatologiche: l’apparato occluso-dento-parodontale, il sistema scheletrico, l’articolazione temporo-mandibolare e il sistema neuro-muscolare. Non ultimo, i complessi rapporti fra capo e resto del corpo rendono indispensabile la valutazione della giunzione cranio-vertebrale e dei rapporti che la testa ha con la colonna cervicale e le spalle.
Pertanto, la visita gnatologica si compone dell’analisi sequenziale degli apparati, organi e sistemi che portano ad effettuare le complesse funzioni stomatognatiche: la descrizione dei rapporti fra i denti, le ossa mascellari, le articolazioni, i muscoli e il sistema nervoso che li comanda.
Questa analisi, unita alla spesso grande quantità di sintomi riferiti dal paziente, permette di avere una descrizione più semplice possibile della patologia e di riassumere e categorizzare il quadro clinico in atto.
A carico delle Articolazioni possiamo avere la presenza di dolori o rumori articolari, che possono essere avvertiti nettamente dal paziente o che possono dare problemi nell’apertura o nella chiusura della bocca.
A carico della muscolatura i sintomi sono caratterizzati dal dolore muscolare e dallo sforzo nell’aprire e chiudere la bocca, in genere causato da contratture.
Il ruolo delle problematiche odontoiatriche viene esaltato o ridotto in base alle teorie scientifiche, pertanto assume un ruolo controverso nella genesi dei Disordini Temporo-Mandibolari, ma è un dato di fatto che le alterazioni nell’occlusione o variazioni importanti dell’altezza del tavolato occlusale possono mantenere e perpetuare la disfunzione in atto.
L’aspetto scheletrico sarà approfondito in un articolo successivo perché meritevole di una serie di approfondimenti.
Ma come si cura una patologia gnatologica?
Una volta formulata l’ipotesi diagnostica, le terapie gnatologiche sono varie e l’approccio è sempre individualizzato, letteralmente tagliato su misura del paziente, in base agli organi e agli apparati che vengono colpiti, e quindi in base alla complessità delle problematiche: possono essere riassunte in un approccio fisioterapico, uno farmacologico e uno più strettamente funzionale con i cosiddetti “bite”; tali terapie possono essere variamente combinate fra loro ma tutte hanno come fine il ripristino della fisiologica funzione dell’apparato stomatognatico.
La conoscenza e l’utilizzo di tutte le terapie a disposizione del terapeuta permettono di guidare al meglio il paziente per la risoluzione o attenuazione della patologia oppure indirizzarlo in maniera appropriata presso le altre figure professionali che possano integrare la diagnosi e la terapia.