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Dal prossimo 15 ottobre, e almeno fino al prossimo 31 dicembre, data della cessazione dello stato d’emergenza, decorre l’obbligo di possedere ed esibire il Green pass per tutti i lavoratori pubblici e privati.

Lo prevede il Decreto Legge n. 127 dello scorso 21 settembre recante “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening”.

Il dipendente pubblico che comunichi di non possedere la Certificazione verde o che ne risulti privo, al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato. Nel Decreto si specifica che il mancato possesso del Green pass non prevede conseguenze disciplinari e consente comunque il mantenimento del rapporto di lavoro. In caso di assenza ingiustificata, al lavoratore non viene riconosciuta la retribuzione o altro compenso.

È prevista, invece, la sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro per i lavoratori che, violando l’obbligo di possesso della Certificazione verde, siano riusciti ad accedere comunque al posto di lavoro.

Spetta ai datori di lavoro definire le modalità operative relative all’organizzazione e  all’attuazione delle verifiche prevedendo, prioritariamente, dove possibile, che tali controlli avvengano al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro, individuando con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi.

Su proposta dei Ministri per la Pubblica Amministrazione e della Salute, il Presidente del Consiglio dei Ministri può adottare linee guida per l’omogenea definizione delle modalità organizzative. Per quanto riguarda le regioni e gli enti locali, le predette linee guida, dove adottate, sono concordate con la Conferenza Unificata.

Per i datori di lavoro che non procedono ai controlli è prevista una sanzione che va da 400 a 1000 euro.

Le sanzioni, in ogni caso, saranno irrogate dai Prefetti, su segnalazione dei datori di lavoro.

L’articolo 4 del Decreto Legge dell’1 aprile 2021 n.44, prevede la vaccinazione quale “requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative” per i lavoratori sanitari. Quindi, solo per questa categoria è in vigore l’obbligo di essere vaccinati.

Per quanto concerne l’esibizione del Green pass, solo nel caso del personale sanitario, considerato che Certificazione verde e vaccino inevitabilmente coincidono, l’unico soggetto autorizzato a verificare l’esistenza del lasciapassare sarà il “Medico Competente”, in qualità di titolare autonomo del trattamento dei dati. Egli dovrà limitarsi a riferire al datore di lavoro se un lavoratore è idoneo o meno a espletare la sua mansione lavorativa.

A pochi giorni dall’adozione di un provvedimento epocale e di cruciale importanza per la vita lavorativa e pubblica, sembra ancora poco chiara la situazione all’interno dell’ASL Lecce, come denunciato da Francesco Perrone, Segretario Regionale Puglia e Territoriale di Lecce, della FSI-USAE (Federazione Sindacati Indipendenti).

“Per quanto riguarda il discorso del Green pass, chiedo all’ASL Lecce che si dia un’organizzazione”, afferma preoccupato Perrone.

“Il giorno 15 è come se fosse già arrivato e potremmo avere dei problemi. Bisogna prevedere un iter, in particolare per l’ASL di Lecce, cosa non semplice, considerate le sue dimensioni. Parliamo, infatti, di 10 ospedali, di 10 distretti, di Dipartimenti della Prevenzione e di Igiene Pubblica… occorre emettere al più presto una circolare in cui indicare le procedure che devono essere messe in campo. Come organizzazione sindacale siamo preoccupati perché tutto vada nella giusta direzione”.

Considerate le notevoli dimensioni dell’Azienda Sanitaria Locale e considerato che ormai mancano pochi giorni all’entrata in vigore del Green pass, ci sembrano legittimi i dubbi e giustificate le preoccupazioni di Francesco Perrone che si pone degli importanti interrogativi.

“Chi procederà di fatto a espletare i controlli? Saranno i Direttori di Distretto dei Presidi Ospedalieri? O questi a loro volta delegheranno altri? Ci sono tante domande che sorgono spontanee e che hanno bisogno di una risposta. L’ASL di Lecce ha 10000 dipendenti, di cui la maggior parte sono sanitari. Potremmo andare incontro a seri problemi. Sono tante e tali le cose a cui dobbiamo stare attenti. Occorre darsi una mossa perché siamo in ritardo. Bisogna correre veloce per fare in modo che la norma sia attuata correttamente”.