Lecce – “Tutto il personale dipendente dell’ASL Lecce che ha effettuato la campagna di vaccinazione anti Covid, dall’1 gennaio fino a questo momento, non ha preso un centesimo”, afferma Francesco Perrone, Segretario Regionale e Territoriale di Lecce della FSI-USAE, Federazione Sindacati Indipendenti che abbiamo raggiunto telefonicamente mentre si trova a Roma per impegni istituzionali.
“Dovete tenere presente che nella manovra finanziaria del 2021 sono stati destinati 100 milioni di euro da suddividere tra le regioni. Alla Puglia sono stati riconosciuti circa 6 milioni. In qualità di segretario regionale, lo scorso 2 luglio, ho sottoscritto un accordo presso il Dipartimento della Salute della Regione Puglia a Bari ma, l’ASL di Lecce, al contrario di altre ASL della Regione Puglia, non ha ancora provveduto alla relativa corresponsione del giusto riconoscimento economico a tutti gli operatori dell’Area Sanità e di Comparto dell’ASL Lecce”.
Per denunciare questa incresciosa situazione, la FSI-USAE, di comune accordo con il sindacato FIALS (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità), in data 20 settembre ha emesso un comunicato stampa nel quale si richiede anche il riconoscimento del Saldo Premialità Covid 2020, “risorse che ha previsto lo Stato per tutti i lavoratori che lavorano nel settore della Sanità, riguardanti il periodo compreso tra il 15 marzo e il 15 maggio 2020. È stato erogato un acconto nel settembre del 2020 e poi non è stato più liquidato il saldo. Tutti gli operatori sanitari sono stati suddivisi in quattro fasce. Nella prima fascia troviamo i lavoratori che hanno avuto stretti contatti con i pazienti Covid. A loro è stato riconosciuto un compenso più elevato, ma hanno percepito solo l’acconto e non ancora il saldo che ovviamente chiediamo”, sottolinea Francesco Perrone.
In seguito alla comunicazione dello stato di agitazione, lo scorso 22 settembre era stata convocata l’assemblea di tutto il personale dipendente dell’ASL di Lecce a cui doveva seguire un sit-in di protesta presso la Direzione Generale dell’ASL. Iniziativa alla quale aveva aderito anche l’USB (Unione Sindacale di Base).
“Mercoledì scorso siamo stati convocati ma abbiamo ritenuto di non partecipare alla riunione perché mettevamo come pregiudiziale in particolare due punti: premialità e compensi per la campagna vaccinale. Punti su cui sono d’accordo tutte le organizzazioni sindacali perché sono di interesse generale. Loro ci hanno risposto con una nota abbastanza succinta”.
La nota a cui fa riferimento Francesco Perrone è quella emessa dall’ASL Lecce il 23 settembre con la quale si convoca, in data 29 settembre presso la Direzione Generale, la Delegazione Trattante Comparto Sanità per discutere i punti contestati e si invitano le organizzazioni sindacali a revocare lo stato di agitazione.
“In funzione di ciò, le organizzazioni sindacali FSI-USAE, FIALS e USB hanno deciso di annullare l’assemblea del personale e il sit-in ma non lo stato di agitazione. Ci riserviamo di annullarlo nel momento in cui mercoledì saremo almeno sufficientemente contenti dell’esito della riunione. Se invece l’esito dell’incontro sarà negativo, continueremo lo stato di agitazione e fisseremo di nuovo un’assemblea del personale e un sit-in per verificare di nuovo quali possano essere le condizioni”.
“I lavoratori, già provati dalle fatiche di circa un anno di pandemia, e che ancora oggi continuano a dare il loro apporto anche al di fuori del proprio normale orario di servizio per assicurare la somministrazione dei vaccini anti covid, oggi sono stanchi e affaticati: pertanto non si può chiedere loro di essere i protagonisti della sfida per l’innovazione continuando a mortificarli dal punto di vista sia professionale che salariale”, scrivono all’unisono, nel comunicato, FSI-USAE e FIALS.