Dopo un mese di proteste inascoltate e promesse non mantenute, infermieri, tecnici e Oss si appellano al Prefetto: proroga dei contratti, stabilizzazione e mobilità interna
Lecce – Non c’è pace per i precari dell’Asl di Lecce. Dopo un mese di proteste e nonostante l’emergenza Covid nessuna proroga del contratto, nessuna stabilizzazione o mobilità interna per i 700 operatori della sanità che mercoledì primo febbraio si riuniranno in sit-in davanti alla Prefettura del capoluogo salentino. Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fsi-Usae, Fials e NurSind hanno indetto una manifestazione unitaria a sostegno di infermieri, tecnici e Oss.
Dopo la manifestazione del 4 gennaio scorso, sindacati e lavoratori hanno incontrato più volte i dirigenti della Asl, ottenendo però solo promesse non ancora mantenute. Adesso l’appello è rivolto al prefetto, per il futuro dei lavoratori, ma anche per l’organizzazione dell’Azienda sanitaria stessa e quindi per la salute di tutta la comunità.
“Ci rimettiamo alla sensibilità da sempre mostrata dal Prefetto sui temi che riguardano la salute e il lavoro, chiedendo un suo autorevole intervento presso gli organi regionali e locali, affinché trovino una soluzione adeguata alla vertenza, tanto per i lavoratori quanto per i pazienti della Asl di Lecce”, scrivono i segretari territoriali delle sei sigle sindacali in una lettera inviata, oltreché al Prefetto, anche al presidente ed assessore regionale alla Salute, Michele Emiliano, al direttore del Dipartimento Salute della Regione ed al direttore generale della Asl di Lecce.
In tutta la Asl di Lecce sono circa 700 i lavoratori (di vari profili professionali) che vivono nel limbo del precariato. A distanza di un mese tornano a protestare pubblicamente, sulla base di una piattaforma rivendicativa composta da tre punti principali. Innanzitutto la mancata proroga dei contratti a tutto il personale precario fino al 31 dicembre 2022: una misura necessaria per far fronte alle esigenze della sanità pubblica durante la fase pandemica. Misura tra l’altro – sostengono le sigle sindacali – che era stata concordata a seguito della manifestazione del 4 gennaio, viste anche le possibilità offerte dalla Legge di Stabilità. In secondo luogo i sindacati chiedono l’avvio delle procedure di ricognizione ai fini della stabilizzazione, come previsto dalla normativa in vigore. Infine chiedono il lancio di un avviso pubblico per l’immissione prioritaria in ruolo del personale proveniente da altre amministrazioni, in posizioni di comando o di assegnazione temporanea.