Copertino (Le) – Sanità, ancora sbarramenti ai servizi ai cittadini. Chiusura di un altro reparto, stavolta si tratta dell’Ambulatorio di Terapia Antalgica dell’Ospedale di Copertino per carenza di organico. Tuona così un dispaccio dei COBAS. Ancora una volta i Comitati di Base rendono edotta la popolazione di una condizione che arriva dritta dai vertici con una nonchalance quasi autorizzata a colpire impunemente chiunque. Si apre il sipario sulla scena della solita cenerentola, la scarpetta di cristallo la indosserà, a quanto pare, la stessa persona che siederà sulla poltrona quando vi sarà la ri-creazione dopo l’ipotizzata scissione del Policlinico. Il quadro della nave ASL vede al timone dell’intera azienda ospedaliera nomine già pronte. Si assiste, prendendo atto del manifesto sindacale, ad una situazione baricentrica, non nel senso etimologico, che vede invero il capoluogo salentino fare la parte del leone. Questo terremoto politico ha rafforzato la convinzione che per i professionisti della salute, in particolare le giovani leve, è auspicabile, che ha a che fare con una sorte di endogeno prestigio, che lavorare al “V. Fazzi” predisponga per chi è baciato dalla dea fortuna. Poi altri, invece, scaraventati nel girone degli ospedali periferici che covano insoddisfazione e senso di rivalsa da proiettare alle alte sfere. Ma, diciamola tutta, chi ne fa le spese non sono sempre e comunque i giovani professionisti, seppur meritevoli di un posto al sole assegnato da un tiro a sorte, per così dire, autocratico.
Indoviniamo un po’, qualcuno suggerisce di non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Ma due più due, se la matematica non è un’opinione, sono i pazienti, le famiglie, gli ambienti geografici che appaiono travolti in un nuovo oscurantismo del terzo millennio. Tant’è che gli ospedali di periferia spogliati della spina dorsale dei medici e annesso personale sono destinati a chiudere i battenti. L’ironia del caso sta nel fatto che l’impegno nel ridimensionamento della rete della medicina del dolore è ancora nel buio nell’ASL di Lecce. Relativamente al suddetto ambulatorio di Copertino nella vicenda in questione viene da allertare alla frase altisonante, gelida e indiscutibile “lasciate ogni speranza voi che entrate”.
Ciò in seguito alla prospettiva della chiusura dell’ambulatorio. Infatti con nota del 25-10-2022 prot. 185974 del Presidio ospedaliero San Giuseppe da Copertino “il responsabile del Servizio di Anestesia e Rianimazione e Terapia del dolore”, vista la cronica carenza dell’organico a disposizione prevede la chiusura temporanea dell’Ambulatorio di Terapia Antalgica dal giorno 26-10-2022 fino a data da destinarsi”. E l’aggravante è che il secondo ambulatorio dell’ASL di Lecce conta circa 800 visite all’anno, considerato anche lo spostamento del medico territoriale della terapia del dolore, ultimamente riportato un aumento dell’ attività, così lascerà una voragine nel bacino d’utenza. Lo spaccato adesso offerto alla stragrande maggioranza delle persone è rappresentato dall’urgenza inevitabile dell’”in convenzione” o direttamente dal ricorso al settore privato. Secondo la Delibera 612 dell’08-07-2022, si teme, a giusta causa, che l’involuzione permei l’intera ASL salentina. La domanda sorge spontanea, ricorda il vecchio Lubrano, come conciliare pubblico e privato e come partorire conseguenti misure cautelative per chi è nell’emergenza di non poter più aspettare oltremodo? Non si può più temporeggiare né sdrammatizzare una situazione di per sé drammatica con il depistante linguaggio ormai anacronistico “non ti curar di lor”. E finisce qui.